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copertina Quel che resta del Mattino<br><i>conquiste e fallimenti di una piccola comunità</i>  

Quel che resta del Mattino
conquiste e fallimenti di una piccola comunità

 
Paoline ed. pagg. 168, € 8,00 - 2003

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Un piccolo gruppo di famiglie vivono e pregano sotto lo stesso tetto da quasi un quarto di secolo. All'inizio la parabola sale, altre persone si aggregano, la comunità si espande, le attività fioriscono sia all'interno, sia verso l'esterno. Poi qualcosa non funziona, qualcuno sceglie di mettere su casa per conto proprio, e quel che si può definire "il resto del Mattino" è il poco che rimane delle aspirazioni vissute. Eppure quel poco non è poco. Una storia di successi e fallimenti, che sottolineano i grandi benefici della vita comunitaria.

«…. la Comunità del Mattino, caratterizzata dalla condivisione di vita tra sposati, con impegno spirituale molto intenso..... pare proprio che il futuro della Chiesa sia sempre più legato alla creazione di modelli comunitari simili a quelli qui accennati, nei quali, superando la solitudine dell'individualismo e, all'opposto, la massificazione del popolo di Dio, si formino persone coscienti e libere, capaci cioè di fare Chiesa in autentiche comunità di fede vissuta» (La Civiltà Cattolica).

 
   
   

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Koininia, giugno 2003
La Comunità del Mattino al suo tramonto?
di Alberto Bruno Simoni o.p.

Nell’incontro di Koinonia di Natale è stato con noi, insieme alla moglie Giulia, Antonio Thellung a parlarci del rapporto famiglia-Chiesa a partire da una lunga esperienza di una comunità plurale di famiglie, di cui essi erano stati co-promotori insieme ad altre coppie. Poco tempo dopo Antonio, come aveva annunciato, ha dato alla luce un volumetto che parla più direttamente di questo evento, in termini autobiografici e storici insieme.

Ragioni di tempo e di spazio hanno ritardato una sua presentazione, che del resto faccio volentieri ora in vista delle nozze d’oro di questa coppia singolare, la cui storia si intreccia appunto con quella che è stata chiamata “Comunità del mattino” forse in omaggio alle parole del libro della Sapienza: “Previene, per farsi conoscere, quanti la desiderano. Chi si leva per essa di buon mattino non faticherà, la troverà seduta alla sua porta” (6,14).

Ed in effetti la comunità si presenta come luogo spontaneo di maturazione familiare, sociale ed ecclesiale: “Come dire che tutti siamo alternativamente chiamati a essere, in qualche modo, pastori e pecore dello stesso gregge. Una Chiesa aperta, che riconosce quella ufficiale come parte essenziale di sé, ma cosciente di dover essere completata con quella domestica, dove è possibile riscoprire e tener vivi i valori eterni in una costante inventiva” (p.39). Il senso di questa “spiritualità esistenziale” è  espresso complessivamente nel paragrafo del libro che riportiamo di seguito.

Tutto nasce non da qualche “spiritualità” preconfezionata o da qualche idea o programma di  fondatori di comunità, ma sulla base di una convergenza del tutto spontanea (forse frutto del tempo e dell’ondata ancora post-conciliare) di desideri, di intenti, di iniziative, di intese e di disponibilità, ma soprattutto sulla base di occasioni e circostanze che hanno trovato degli interpreti sensibili e attenti, pronti ad assumere e ad esprimere forme adeguate di vita comunitaria  sempre in fieri, attraverso strumenti e stili  di esistenza che vanno dalla condivisione al servizio, dal lavoro all’assistenza ai malati (bambini e terminali): si potrebbe parlare di una liturgia interfamiliare, che tra l’altro diventa luogo di ospitalità. Da dove l’opportunità di darsi una Carta della Comunità e un Regolamento, che facciano da guida alla libera scelta, alla presa di coscienza e alla assunzione di responsabilità.

Ma più che ricostruire l’itinerario esistenziale di questa plurale comunità di famiglie in tutte le sue dinamiche, voglio dire quanto sia importante che qualcosa del genere sia avvenuto attraverso l’iniziativa di credenti in risposta alla creatività dello Spirito. Sempre in forza di fortuite circostanze, la “Comunità del mattino” ha dato vita ad una comunità gemella in Polonia e ha disseminato “comunitari” in tutto il mondo. Ma ciò che conta non è tanto la sua sopravvivenza o la sua estensione: conta che ci sia stata e ci sia nelle forme via via possibili come segno, per ricordare che tutto è possibile a tutti, a partire dall’ascolto di ciò che lo Spirito dice alle Chiese. E’ così, con questo senso di provvisorietà e di precarietà, che dovrebbero nascere le diverse comunità ecclesiali, con una loro propria storia e fatica di fedeltà.

Ma se all’atto pratico per la “Comunità del mattino” le cose vanno così, in sede di interpretazione e di valutazione Antonio si dimostra portatore e debitore di una idea di comunità  che richiederebbe continuità e qualità istituzionale, per cui parla di parabola discendente e di fallimenti. Mentre si  potrebbe vedere tutto  sulla scia di quella “via gloriae”, che la sera di un venerdì santo la comunità intende seguire, durante la via crucis lungo le vie del quartiere, “in modo da celebrare non soltanto i drammi, ma anche i momenti di gioia e d’allegria della vita di Cristo” (p.128). Recuperando così quel sentimento di felicità che la comunità ha voluto dare sempre alla esperienze e alla celebrazione della salvezza.

In questo senso sono  significative queste parole di chiusura del libro: “L’intreccio tra accanite discussioni e la gioia di continuare  il cammino senza rinunciare a fare festa insieme, ci ha fatto capire, più di qualsiasi ragionamento, che andare d’accoro non significa avere le stesse opinioni, ma litigare tenendosi per mano. Lo abbiamo fatto spesso e, forse, è per questo che tra noi predomina quello stato d’animo che si potrebbe definire di allegra inquietudine” (pp. 159-60).

Un’ultima parola, caro Antonio. Anziché misurarti tu con modelli di comunità compassate e stagionate, io auspicherei che queste assumessero il vostro stile di confronto, di sincerità e di franchezza, cose che non tramontano mai, ma ringiovaniscono. Non siete giovani tu e Giulia come coppia, anche dopo 50 anni di matrimonio?


 

 

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